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Guida alla scelta
del pellet

Il pellet viene
considerato una fonte di
energia rinnovabile a
zero emissioni di anidride
carbonica.

Quando brucia, libera nell’atmosfera una quantità di CO2  pari a quella assorbita dal legno e che sarebbe stata comunque rilasciata durante il suo naturale ciclo di decomposizione. L’impatto ambientale di questo materiale è quindi pari a zero. Non tutti i tipi di pellet, però, sono uguali. Per questo motivo esistono delle certificazioni che garantiscono la qualità del prodotto. Tra quelle più importanti si annoverano la ENplus, la DINplus.

 

Pellet: il più ecologico dei combustibili.
Ecco come sceglierlo.

Per essere sicuri di scegliere il pellet migliore ci sono alcune indicazioni da seguire. Un pellet di qualità deve essere certificato. Una dei più importanti enti di certificazione europee è rappresentata da ENplus, che suddivide il pellet in due categorie principali:

prima categoria, qualità pregiata.

seconda categoria, media qualità.

Oltre alla suddivisione sopra evidenziata, è bene verificare le 4 caratteristiche principali del pellet: il residuo di ceneri, il potere calorifico, la materia prima e l’aspetto.

  • Il residuo delle ceneri è il parametro più importante: per il pellet certificato A1 deve essere inferiore allo 0,7%, per quello A2 deve essere inferiore all’1,2%.
  • Il potere calorifico indicato in etichetta deve essere quello reale. Un pellet di qualità media ha un potere calorifico minimo intorno ai 4,6 kWh/kg, uno di buona qualità supera questi valori standard. Cifre che si aggirano intorno ai 6,0 kWh/kg sono false, diffidate da chi propone pellet con potere calorico con questi valori.

 

  • La materia prima è determinante. La normativa impone che il pellet sia fatto con legno vergine decortecciato che ha subìto unicamente trattamenti di tipo meccanico. Il tipo di legno ha un’importanza relativa: può essere di abete, faggio, quercia o altro.
  • Anche l’aspetto offre delle indicazioni importanti. Il pellet deve essere compatto: osservando un sacco non devono essere presenti troppi residui di pellet sbriciolato.
  • Esistono poi altre certificazioni come la DINplus, atte a garantire la qualità del prodotto.

 

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